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Channel: Il blog di Valerio Di Stefano » Segatto
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Applausi, tu solo non ci sei

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“Segatto lo colpiva alle gambe con il manganello. Pontani e Forlani lo tenevano schiacciato a terra mentre Pollastri lo continuava a percuotere.”
(dalla ricostruzione della Corte di Cassazione dell’omicidio Aldrovandi)
Ho paura.

Ho paura di questa gente che rappresenta lo stato e che applaude a tre dei quattro colpevoli della morte di Federico Aldrovandi, sia pure colpevoli “colposi”.

Ho paura che si battano le mani all’indirizzo di questi galantuomini per cinque minuti filati, neanche fossimo al Festival di Sanremo e che l’iter giudiziario per identificare colpevoli e responsabilità sia stato estremamente lungo, tortuoso e a tratti silente.

Ho paura perfino di essere fermato per la strada dalla Polizia che mi chiede “patente & libretto”. Perché da quel momento sono nelle loro mani. Sono nelle loro mani la mia identità, la mia libertà di cittadino e il mio diritto a circolare indisturbato.

Ho paura della loro ignoranza, dello scarissimo -per non dire inesistente- senso dello Stato di diritto, per cui in presenza di una sentenza definitiva passata in giudicato un imputato è da considerarsi colpevole. Un colpevole che continua a stare sulla scena della professione di rappresentante delle forze dell’ordine, giacché è stato condannato per un reato colposo. Ovvero un reato che esclude la volontà di uccidere. Senza dubbio. E allora applausi.

Applausi e provocazioni. Perché non è altro che una provocazione. Una provocazione ripugnante e stomachevole che ti fa sperare di non essere mai sotto le mani di questi energumeni. E ti fa venir voglia di leggere il libro di Marco Preve “Il Partito della polizia“.


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